Approfondiamo il tema dei soggetti maltrattanti, perché solo analizzando l’altro lato della medaglia possiamo risolvere il problema della violenza.
“Ricordo bene il punto di non ritorno: una sera durante un litigio ho spintonato mia moglie e le ho tirato uno schiaffo. Ad ogni litigata diventava sempre peggio e la mia rabbia era sempre più fuori controllo. Leggevo sui giornali di violenza e femminicidio ma non mi riguardava. Io mi pentivo di quello che avevo fatto un istante dopo, ma la volta dopo ricominciava tutto da capo”.
Queste sono le parole di Giorgio, impiegato di 50 anni che ha deciso di intraprendere un percorso per uomini che commettono violenza contro le mogli. Lo scopo dei percorsi di sostegno e riabilitazione è duplice: lavorare sul maltrattante e proteggere le vittime dal ripetersi del ciclo della violenza.
Chi sono i Maltrattanti?
Inevitabilmente il focus è sulla vittima ma, per risolvere il problema, occorre considerare anche chi maltratta. E la prima cosa da fare è cambiare il nostro atteggiamento, farci coraggio e non etichettarli come mostri (pensiamoci bene: quanto è comodo allontanare dall’immagine che abbiamo di noi stessi un soggetto deviante?).
Spesso le persone che commettono violenza hanno a loro volta vissuto infanzie non protette: trascuratezza, negligenza, violenza assistita sono tra gli eventi di vita avversi che possono modificare a livello biologico, comportamentale e relazionale un essere umano.
Tali mancanze nelle relazioni primarie sono decisive nel determinare problemi di regolazione emotiva, comportamenti compulsivi, incapacità di comprendere gli altri.
I Maltrattanti hanno difficoltà nel:
- Riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle dell’altro;
- Stabilire relazioni sociali positive: sono quindi maggiormente predisposti all’isolamento con conseguenti sentimenti di frustrazione.
- Leggere la realtá oggettivamente: spesso mettono in atto meccanismi di negazione o minimizzazione cosí da mantenere un livello di autostima adeguato e giustificare il proprio comportamento.
In che modo il percorso aiuta anche le donne ed i bambini?
La violenza domestica ha una serie di conseguenze fisiche, emotive, psicologiche e economiche a breve e a lungo termine. Gli effetti possono essere diversi:
· Effetti fisici
· Effetti sulla salute mentale
· Effetti psicologici
· Essere costretta a stare in silenzio
· Impatto sulla fiducia in se stesse
· Isolamento sociale
· Effetti sulle donne come madri
Fermare il ciclo della violenza aiuta a restituire al maltrattante la consapevolezza del danno che hanno generato alle vittime e rendersi conto di quelle che sono le loro vulnerabilità.
Perché rivolgersi agli specialisti?
L’abuso distrugge la fiducia e l’amore.
Se pensi di aver subito dei maltrattamenti dal tuo partner chiedere aiuto ti permette di proteggere te stessa e/o i tuoi bambini.
Se sei un uomo e pensi di mettere in atto comportamenti maltrattanti, un percorso di trattamento é una grande opportunità per capire e cambiare il tuo comportamento e rispondere diversamente quando ti arrabbi o senti altre emozioni difficili. Questo ti darà più opportunità nelle tue relazioni future.
Se hai un figlio hai un ulteriore incentivo ad uscire il ciclo della violenza. Puoi iniziare così a relazionarti in modo migliore con il tuo bambino.
Maltrattanti: il supporto del Centro La Tartaruga
Attraverso l’integrazione di percorsi specifici e trattamento EMDR è possibile uscire dal ciclo della violenza.
Lo diciamo sia ai soggetti passivi che a quelli attivi del maltrattamento: come spesso accade nella vita, molte situazioni arrivano gradatamente al loro estremo. Prendere coscienza di un gesto e parlarne con uno specialista può essere la migliore strategia di prevenzione e trasformarsi un percorso di crescita personale.
Chiedi maggiori info a La Tartaruga- Centro di Psicotraumatologia e terapia EMDR.
centrolatartaruga@gmail.com