Bambini e Adolescenti

La mente di un bambino è come un sottomarino e le esperienze vissute come traumatiche sono paragonabili a dei missili che lo colpiscono. Per non sentirsi sopraffatto e riuscire a sopravviere ai “colpi” il bambino chiude le aree danneggiate della sua mente-sottomarino in compartimenti stagni: separa e allontana i pensieri, le emozioni, le sensazioni fisiche e tutto quello che lo rimanda alle esperienze spiacevoli. Queste parti, però, non scompaiono, ma rimangono li, compartimentate, fino a quando qualche evento non apre la loro porta e tutto quello che vi era dentro esplode, inondando caoticamente la loro vita. I bambini infatti sono dotati di minori strategie di risposta sia emtoiva che sociali con il rischio di avere ripercussioni sulle capacità relazionali, di comportamento ed emotive. Per esempio possono faticare ad andare d’accordo con i pari e gli adulti di riferimento; possono essere oppositivi, iperattivi, inattenti oppure costantemente in ansia.

L’aiuto psicologico aiuta i bambini a dare un significato a tutto quello che si trova dentro il compartimento stagno, così che possano guardare al passato ed al futuro con “nuovi occhi”. In particolare numerosi studi e risultati clinici dimostrano l’efficacia dell’EMDR con i minori. L’EMDR può quindi essere applicato con successo, garantendo loro una buona salute mentale, la possibilità di crescere e un buono sviluppo (Verardo, in Simonetta, 2010). Attraverso il lavoro terapeutico si cerca di comprendere le ragioni profonde del disagio del minore e lo si aiuta ad affrontare le situazioni difficili, mantenendo il focus sulle sue esigenze di protezione, di cura e riparazione.

Il coinvolgimento dei caregivers è una parte importante del trattamento, in quanto è indispensabile che siano partecipanti attivi del percorso aiutando i bambini nei momenti di difficoltà e rinforzando i loro progressi.
Ai genitori viene assicurato, durante tutto il percorso terapeutico, un sostegno efficace, teso al riconoscimento e alla gestione dei comportamenti sintomatici del bambino, e, non da ultimo, alla elaborazione delle proprie risonanze emotive.